Hinweise auf den Angriff im Zusammenhang

NOTE RELATIVE ALL’ ATTACCO DI BOTTEGHE DI ALBINEA
La primavera del 1945 aveva visto un rifiorire di speranze in una prossima liberazione.
Dopo un lungo inverno di resistenza e di lotta difficile sulle montagne ed in pianura, Si profilavano tempi migliori e maturavano le condizioni per il tanto atteso attacco finale alla Linea gotica” da parte degli eserciti alleati.
Appunto in previsione di questa azione decisiva fu concepito dal comando alleato l’attacco ad un importante obiettivo militare del reggiano: la V^ sezione del comando tedesco situata a Botteghe di Albinea, comprendente l’ufficio cartografico, la sede degli ufficiali superiori della Wehrmacht, oltre al centralino telefonico con il cavo diretto per Berlino.
Assunte le necessarie informazioni tramite gli appositi reparti partigiani, la Missione Militare Inglese, diretta dal capitano Less, coordinò l’azione.
II capitano Lees fece richieste al Comando Unico di mettere a disposizione gli uomini migliori delle due brigate garibaldine ,26^ e 145^, ciò che venne fatto rapidamente inviando al luogo convenuto, per il concentramento dei partecipanti azione, circa 50 partigiani comandati da “Gianni” e da ” Antonio” scelti fra coloro che avevano dimostrato maggior ardimento ed esperienza nella guerriglia.
Significativo il fatto che il centinaio di combattenti componenti la spedizione appartenevano a diverse nazionalità: un battaglione di russi comandati da “Modena”, garibaldini reggiani e soldati inglesi, quasi a rappresentare la forza internazionale che in quel momento era impegnata in un’immane lotto contro il nazifascismo.
Il 25 marzo tutti gli uomini erano riuniti a Valestra.
Mentre i comandanti andavano studiando il tragitto e i particolari dell’azione, basandosi sulle informazioni recenti che continuavano ad affluire dalla pianura a mezzo di staffette, si levarono nel tramonto, in quel piccolo paese di montagna, i canti della “Brigata Garibaldi”.
Non si era previsto il rastrellamento che portava i tedeschi ad avanzare verso sud giungendo già sino a Baiso, per il quale si annunciavano giornate burrascose per gli uomini della Brigata SAP Montagna.
I garibaldini avrebbero voluto affrontare invasore come meritava; l’ottimo armamento (non mancavano i Bazooka e i Thompson) avrebbe permesso quei centi uomini di dar filo da torcere ai tedeschi, ma l’obiettivo era un altro e ben più importante e non si poteva compromettere l’esito dell’azione progettata abbandonandosi all’impulso immediato di reagire all’ azione nemica.
La sera tutta la colonna era in cammino e dopo lunghe ore di marcia notturna del giungeva a Casa del Lupo, nei pressi di Vezzano, alle 4 del 26.
Ivi gli uomini, stanchissimi, sostavano tutto giorno accantonati in alcune case di contadini, mentre continuavano a pervenire notizie e venivano messi a punto gli ultimi particolari.
A sera iniziava la marcia di avvicinamento.
Alle ore 1,30 del giorno 27, ormai giunti presso le ville Rossi e Calvi, alcuni arditi eliminavano le sentinelle che facevano la guardia all’esterno. La reazione tedesca fu immediata. Incuranti del fuoco avversario, nuclei designati oltrepassavano il cancello di Villa Rossi, raggiungevano la porta e penetravano facilmente all’interno facendo strage dei nemici che occupavano. Tentavano poi di salire ai piani superiori, ma gli ufficiali tedeschi da una posizione favorevole rovesciavano raffiche sugli attaccanti, uccidendo tre paracadutisti ferendo Io stesso capitano Less ed il garibaldino Gordon, comandante della Squadra “Gufo Nero”; i due sarebbero certamente stati finiti se il garibaldino Pavia non avesse nel frattempo abbattuto i nemici.
Frattanto si sviluppava l’azione di fuoco delle forze partigiane che avevano il compito di protezione, colpendo coi “bren” e coi “bazooka” le finestre che si frantumavano sotto i colpi; l’efficacia di queste armi si rivelò particolarmente a Villa Calvi, a protezione di un tentativo, per altro non completamente  riuscito, di penetrare all’ interno.
La pattuglia di arditi incontrò sulla strada la reazione nemica; piovevano raffiche micidiali e bombe a mano che ferirono il partigiano Juna e un paracadutista inglese, che venne poi portato in salvo dal partigiano Polvere. Insistere nel tentativo poteva significare un inutile sacrificio di vite umane; molto più efficace era peraltro azione delle armi di accompagnamento: le granate incendiarie schiantavano le imposte e penetravano all’interno delle stanze provocando perdite sanguinose e la distruzione delle attrezzature e del carteggio.
In mezzo a questa sarabanda di scoppi e di urla, si levava il suono di una zampogna scozzese che accompagnava l’azione dei paracadutisti inglesi.
Dopo 50 minuti di inferno, quando l’obiettivo era stato raggiunto e i feriti più gravi, Gordon e capitano Lees, erano stati portati fuori pericolo, gli attaccanti riprendevano la via del ritorno.
Percorrendo tragitti tortuosi per sviare l’immancabile reazione dei rinforzi nemici, quegli uomini, dopo aver conseguito una brillante vittoria, raggiungevano a tappe le basi di partenza.
Ben più difficoltoso fu il ritorno dei due feriti, che, grazie alla abnegazione di alcuni garibaldini, delle SAP, dei Gap e di alcuni contadini, poterono essere portati più tardi sulle montagne parmensi in attesa di essere poi trasporti mediante un aereo, fatto appositamente atterrare, in un ospedale di Firenze; sul terreno, presso Villa Rossi, restavano i corpi di tre paracadutisti, ma all’interno decine di cadaveri di soldati tedeschi testimoniavano la durezza del colpo inferto.
I fascisti nei loro giornali gabellarono come un insuccesso l’azione di Albinea, ma è certo che il Comando tedesco si trasferì in fretta a Cavriago nella speranza di sfuggire altri attacchi; alcuni giorni dopo però esso fu bombardato da aerei alleati avvertiti dello spostamento; cosicché Io scompiglio del comando stesso fu completo.
L’ attacco alla V^ sezione del Comando tedesco in Italia fu definito dall’Ufficiale inglese Gordon Lett , già comandante di una missione militare britannica, azione che dal punto di vista strategico militare può senz’altro considerarsi una delle più importanti condotte dai partigiani italiani contro i tedeschi.
I tedeschi, che avevano iniziato proprio in quei giorni il rastrellamento in montagna, non si aspettavano certo un attacco nella stessa loro sede più importante. Essi troveranno nuovo accanimento dalla bruciante sconfitta di Albinea, nell’attacco che scaglieranno il giorno di Pasqua spingendosi Sini a Ca’ Marastoni, ma per venire immediatamente respinti alle posizioni di partenza da un potente contrattacco dei partigiani, uniti, anche questa volta agli inglesi e ai russi; era questo un segno evidente del fatto che i tempi erano cambiati e che l’esercito della liberazione sapeva ormai opporsi al nemico anche nelle battaglie in campo aperto.

Narrazione Roy Farran – L’attacco di Botteghe “Tratto dal libro operazione Tombola Londra 1960”

     narrazione Roy Farran